Ossessioni

di: Vernon Lee

Editore:  Agenzia Alcatraz

Data di Pubblicazione: luglio 2023

ISBN: 9788885772434

 Pagine: 360

Formato: brossura

 

 

Violet Paget, meglio conosciuta con il suo nom de plume Vernon Lee, è un’autrice che possiamo senz’altro definire poliedrica e affascinante. Se fosse viva le avremmo regalato la nostra maglietta con la Balena!

A lei dobbiamo numerosi saggi su arte, musica, viaggi e poesia: oltre ad aver contribuito al “The Yellow Book”, rivista del movimento estetico, a lei dobbiamo anche il primo utilizzo nella lingua inglese della parola Empathy. Pacifista convinta e femminista lottò contro l’identità di genere e fece parte  dell’Union of Democratic Control, un gruppo di pressione britannico antimilitarista e sostenitore dei movimenti per il suffragio femminile.

Ai più è nota come autrice di racconti fantastici. Fu definita dallo scrittore Montague Summers “il più grande […] dei moderni esponenti del soprannaturale nella narrativa”.

Amante dell’arte e dell’Italia (dove trascorse parte della propria vita) e studiosa della psicologia e delle emozioni, ha esplorato con le sue opere letterarie i temi del possesso e dell’ossessione, intrecciandoli con fiabe e folclore locale (spesso reinventato di sana pianta).

E non a caso le ossessioni danno il titolo a questa antologia edita da Agenzia Alcatraz.

Si tratta di una selezione dei migliori racconti fantastici e sovrannaturali di Vernon Lee, in una nuova traduzione di Stefania Renzetti, corredate da una bella introduzione di Max Baroni:

  • Il Principe Alberico e la Donna Serpente (1896)
  • Un baule nuziale (1888)
  • Amour dure (1887)
  • Una voce malefica (1890)
  • La leggenda di madame Krasinska (1890)
  • La vergine dei sette pugnali – una storia moresca di fantasmi del XVII secolo (1889)
  • La bambola (1896)
  • Oke di Okehurst, o l’amante fantasma (1886)

Storie in cui il passato rivive in dimore o antichi oggetti, come bauli o arazzi; racconti dal sapore quasi fiabesco con languidi e lussureggianti paesaggi che ricordano molto la nostra Penisola; torbide vicende e fatti sanguinosi; e ovviamente fantasmi (veri e non) che infestano luoghi, oggetti e soprattutto le persone, sottoforma di ossessioni.

Il tutto ruota intorno ad oggetti (opere d’arte o manufatti) che scatenano o raccolgono le emozioni e ossessioni dei protagonisti. Questa è l’Empathy di cui parlavamo all’inizio: secondo l’autrice e la psicologia estetica, le opere d’arte generano – al di là dell’apprezzamento della tecnica – effetti nell’animo di chi li guarda. Lo stesso vale anche gli oggetti quotidiani, che portano con sé la storia di chi li ha usati in passato, mettendoli in relazione con chi li possiede nel presente.

Così l’arte, il passato, il fiabesco e l’ossessione si intrecciano ne “Il Principe Alberico e la Donna Serpente”: un protagonista ossessionato da un arazzo che nasconde un misterioso passato; un duca narcisista ossessionato dal proprio aspetto e dall’età che avanza; una misteriosa donna serpente che forse non è solo una favola.

Ne “Un baule nuziale” abbiamo uno manufatto (il baule, appunto) splendidamente decorato con dipinti che inneggiano all’amore (godetevi le due pagine dettagliate che Lee dedica alla descrizione!) nasconde una terribile storia di violenza e morte di ambientazione accaduta in epoca rinascimentale.

“La vergine dei sette pugnali”, si apre con la vivida descrizione della Basilica dell’Addolorata a Grenada, per poi trasportarci in un’avventura fatta di riti negromantici e palazzi sotterranei incantati.

In altri la narrazione oscilla tra passato e presente. È il caso di “Una voce malefica”, in cui un protagonista moderno è ossessionato da una voce inquietante di un cantante del passato (che ci ricorda il noto Farinelli). Così come in “Amour Dure”, un giovane storico si ritrova a Urbania e resta totalmente irretito dal dipinto di una bellissima nobildonna rinascimentale, con una reputazione da femme fatale, che non ha nulla da invidiare a Lucrezia Borgia.

Anche ne “La bambola” troviamo una storia di ossessioni legate ad un oggetto del passato. Un marito anziano che amava fino all’eccesso la propria giovane moglie. Tanto che alla morte di questa, fece creare una bambola con le sue sembianze. E il mistero della bambola diventa l’ossessione della protagonista che la rinviene tra le rovine di un castello.

In “Oke di Okehurst, o l’amante fantasma” e ne “La leggenda di Madame Krasinska” il lettore si domanderà (come “Il giro di vite” di Henry James) se il sovrannaturale è veramente presente nella storia, oppure è tutto frutto della mente malata dei protagonisti.

 

  • Perché sì: un’antologia che offre al lettore un quadro complessivo di una sfaccettata e interessante autrice, che non si può non conoscere. Un tuffo in atmosfere incantate e oniriche, ma tinte di nero.
  • Perché no: amanti del linguaggio asciutto e delle descrizioni scarne state alla larga.