Il Leviatano

 

Autore: Rosie Andrews

Editore: Sette Chiavi

Data di Pubblicazione: giugno 2024

ISBN: 9791280947154

Pagine: 320

Formato: brossura

 

 

 “Il Leviatano (לִוְיָתָן‎, Līvəyāṯān, in ebraico tiberiense anche liwyāṯān, sempre col senso di “contorto, malvagio, avvolto”) è una creatura con la forma di un serpente marino, nota sia nella teologia che nella mitologia. È citato in diversi libri della Bibbia ebraica, inclusi i Salmi, il Libro di Giobbe, il Libro di Isaia e il Libro di Amos; è menzionato anche nel Libro di Enoch. Il Leviatano è un’incarnazione del caos in forma di drago demoniaco che spesso minaccia di mangiare i dannati dopo la vita ma alla fine viene annientato. I teologi cristiani identificarono il Leviatano col demone del peccato mortale dell’invidia.”.

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Perché parliamo di questo mostro? Perché dà il titolo al romanzo d’esordio di Rosie Andrews, di cui di fatto è il protagonista. Fermi tutti però. Non aspettatevi un romanzo stile “kaijū”, con godzilloni che combattono.

Ambientato nell’Inghilterra del XVII secolo, Il Leviatano mescola superstizione, mito, horror gotico e narrativa storica. Il tutto con una strizzata d’occhio all’epicità di Moby Dick ed al pensiero filosofico di Thomas Hobbes.

Siete svenuti ? No? Proseguiamo.

La storia inizia nel 1643, durante la Guerra Civile Inglese. Il soldato Thomas Treadwater ritorna a casa dopo aver appreso dalla sorella Esther che Chrissa Moore (la ragazza che presta servizio da loro) sarebbe una strega. Oltretutto si sarebbe abbandonata a “comportamenti inappropriati” con il loro padre.

Appena rientrato, Thomas si ritrova un bel patatrac: tutto il bestiame morto, suo padre reso inabile da un ictus e Chrissa arrestata per stregoneria. Ciliegina sulla torta, la serva, forse per ritardare il processo, ha dichiarato di essere incinta del figlio di suo padre!

Inizia così la ricerca da parte di Thomas della verità, in una trama che sostanzialmente è costruita su un triangolo tra Thomas, razionale e illuminista costretto ad affrontare eventi inspiegabili; la sorella Esther, profondamente religiosa (e aggiungiamo superstiziosa) accusatrice convinta della serva; Chrissa, figura enigmatica su cui convergono le paure e i sospetti tipici dell’epoca.

La Andrews, con uno stile evocativo che richiama a tratti i classici della letteratura, coinvolge i lettori in un’Inghilterra gotica, preda della superstizione e del caos politico.

Abbiamo apprezzato particolarmente le vivide descrizioni del paesaggio del Norfolk e degli eventi di cui è teatro. Altro punto di forza è la tensione crescente della storia, che spinge a proseguire la lettura, per scoprire il mistero che si cela dietro i protagonisti. Ciliegina sulla torta: compare il poeta John Milton!

  • Perché sì:  è un romanzo consigliato a chi ama le contaminazioni, in particolare il gotico ed il romanzo storico
  • Perché no: se non amate le licenze storiche ed il sovrannaturale, andate oltre.