Egofobia

 

Autore: Michela Mosca

Editore: Nua Edizioni

Data di Pubblicazione: Marzo 2022

ISBN: 9788831399753

Pagine: 285

Formato: brossura / ebook

 

 

Il romanzo di Michela Mosca parla di follia e disturbi mentali, ma parla anche di isolamento e di persone fragili.

Ne usciamo arricchiti non solo di conoscenze su concetti quali egofobia, hikikomori, e sindrome di Cotard, ma anche di spunti di riflessione sulle vite che conduciamo e sulla realtà che ci circonda.

È vero che la storia è ambientata in un prossimo futuro, che potremmo definire distopico. Tuttavia, pagina dopo pagina ci siamo accorti che proprio tanto distopico non è. O meglio, la distopia descritta nel romanzo ci mostra dove potremmo andare a finire.

Leggiamo di crisi climatiche ed economiche, di epidemie e piogge acide, nonché di un impoverimento progressivo della società con aumento del divario fra ricchi e meno abbienti.

Questa concomitanza di fattori, unita all’uso distorto del progresso tecnologico, si è ripercossa sulla vita sociale inducendo le persone (soprattutto i più giovani) a chiudersi in se stessi, scappare dalla società, isolandosi completamente in casa. Il termine che descrive questo fenomeno è hikikomori. Il bello (anzi il brutto) è che si tratta qualcosa di reale e diffuso in Giappone.

A Thomas Horton Parker, il protagonista del romanzo, viene diagnosticato questo disturbo. Peccato che nella realtà distopica in cui vive è considerato illegale e impone un trattamento sanitari obbligatorio. Il ragazzo viene internato presso un prestigioso istituto e messo sotto le cure dell’esperto dottor Lear (e qui non possiamo non cogliere l’ironica omonimia con il folle re Shakespeariano!).

Durante la degenza, Thomas si imbatte in altri soggetti affetti dal medesimo disturbo: gamer compulsivi, lettori ossessivi che si sono reclusi vittime delle loro passioni. I più in quietanti sono però gli affetti da egofobia. Terrorizzati dalla propria immagine, vagano come fantasmi con il volto coperto da una maschera bianca che nasconde spesso volti deturpati da atti autolesionistici).

In questo triste compendio di disturbi, c’è anche Meredith, una giovane affetta dalla sindrome di Cotard. Convinta di essere morta, nega la propria corporeità, non mangia non beve e non comunica nemmeno a gesti.

Il caso vuole che Thomas riesca a farla uscire da questo stato. Nascerà un rapporto sentimentale tra i due che proseguirà fuori dall’istituto. Lieto fine? Macché.  A un certo punto esce fuori che la causa della sindrome che affligge Meredith non è del tutto di questo mondo.

SBEM! Non facciamo a tempo a riprenderci dal clima di angoscia e follia che permeava la prima parte del romanzo che ecco arrivare la svolta gotico-sovrannaturale.

Senza spoilerare nulla diciamo che, tra rituali enochiani, clonazioni e misteriose sette-comunità, per i due ragazzi non sarà un idillio romantico. Thomas, novello Orfeo pensa di aver salvato la sua amata dall’inferno dell’istituto. Peccato che le vere follie (insieme ai veri “matti” del titolo) le incontra fuori e Meredith-Euridice ha qualche problemino in più da gestire.

 

  • Perché sì: un romanzo senza dubbio originale, che mescola diversi generi letterari; ma è anche un romanzo che fa riflettere: quasi fosse il “fantasma dei Natali futuri”, l’autrice ci mostra un nostro possibile domani. BRR! Non nascondiamo che ci sono venuti i brividi.
  • Perché no: chi è in cerca di trame “basiche” potrebbe rischiare un’indigestione per la troppa carne al fuoco.