L’uomo che gli alberi amavano
Autore: Albgernon Blackwood
Editore: Galaad Edizioni
Data di Pubblicazione: febbraio 2022
EAN: 9791280737045
Pagine: 164
Formato: brossura /ebook
C’è una coppia (David e Sophia Bittacy) che vive beata in un cottage nello Hampshire. C’è un pittore (Sanderson) che ha il dono di rivelare con i propri dipinti l’anima nascosta delle piante. E poi ci sono loro: gli alberi. I veri protagonisti di questo romanzo breve di Algernon Blackwood.
David è letteralmente innamorato della Natura (si con la “N” maiuscola): sin da quando per lavoro si trovava nella giungla indiana, dove passava ore immerso nella foresta facendo preoccupare la propria consorte, prova una fortissima attrazione verso gli alberi e sembra si trovi in una sorta di comunione con loro.
Potete immaginare la reazione davanti alla maestria con cui il pittore Sanderson ha ritratto il cedro del Libano che orna il proprio giardino.
Questa però non è una storia di un anziano signore col pollice verde. Nè stiamo leggendo un’opera di Henry David Thoreau che tratta della ricerca di se stessi in rapporto con la natura. Forse Thoreau avrebbe potuto scrivere questa storia dopo una notte insonne, preda di incubi da indigestione.
Leggete bene il titolo del romanzo. No non è un errore di traduzione. La storia è quella di un uomo che è amato dagli alberi.
La Foresta, quasi un’entità sovrannaturale, gradualmente attira il nostro David a sé. Circonda (assedia?) il cottage e fa costantemente sentire insesorabilmnte la propria pressante presenza. Gli alberi, come un mare verde, erodono piano piano i confini del cottage lanciando ossessivi richiami all’uomo, che piano piano si estranea dalla realtà domestica e dalla propria moglie.
Blackwood, maestro dell’eco-horror, ci regala un’altra perla in cui la natura si mostra come un’entità viva e senziente. Come ne “I salici”, non ci mostra direttamente alcun orrore. Anzi non vediamo proprio niente. Percepiamo solo gli alberi.
E qui sta la maestria di Blackwood. L’orrore risiede nell’atmosfera inquietante e angosciosa che aleggia intorno casa Bittacy. Nell’ipnotico mugghiare degli alberi e nella foresta che si muove come un vorace essere vivente.
- Perché sì: signori parliamo di Algernon Blackwood; da leggere e ri-leggere
- Perché no: non ci sono orrori cosmici terrificanti né mostri orribili che aggrediscono vittime indifese; chi cerca solo azione e terrore potrebbe trovare prolisso e statico il romanzo