E sopra splendeva un cielo stellato
Autore: Claudia Maschio
Editore: Vocifuoriscena
Collana: Italiana – I Ciottoli
Data di Pubblicazione: 2019
ISBN: 9788899959234
Pagine: 212
Formato: brossura
Che cosa è la coscienza? Sul vocabolario troviamo una miriade di definizioni. Ne peschiamo due.
Si tratta della consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso. Ma anche della cognizione del valore morale del proprio operato; del senso del bene e del male.
Kant, indiretto protagonista di questo romanzo, sosteneva che “La consapevolezza da parte dell’uomo di avere un tribunale interiore («davanti alla quale i suoi pensieri si accusano o si scagionano a vicenda») e la coscienza. […] E questa autorità che in lui veglia sulla legge non la produce (arbitrariamente) l’uomo da sé, ma è incorporata nel suo stesso essere; lo segue come un’ombra quando cerca di fuggirla”.
Ma è proprio così? Non dovremmo trovare fuori le regole che ci dicono cosa è giusto o sbagliato moralmente nei nostri comportamenti? Tolta la legge, non è la religione (qualunque essa sia) a dirci cosa corretto o non corretto fare? E se non lo è, chi è che dà le regole?
Su queste domande, che si sono posti e si pongono ancora i filosofi, prova a ragionare il libro di Claudia Maschio.
Ehi fermi tutti! Non scappate. Non spaventatevi.
Qua non abbiamo di fronte nessun “mattone” o trattato filosofico.
Parliamo sempre di un romanzo. Un agilissimo e ben curato volumetto che ci racconta una storia e al contempo tenta in modo del tutto originale e intelligente ad affrontare tutte queste domande.
Provate a immaginare che l’inesistenza di Dio sia stata dimostrata: nessuno ha più sensi di colpa. Bello vero? Beh, non proprio.
La gente ad un certo punto comincia ad agire senza apparentemente curarsi delle conseguenze. Perché tanto nessuno lassù li giudica e li punisce. Ma comincia tutto ad avere poco senso.
In questa vera e propria deriva morale si muove Immanuel che – come il suo omonimo famoso filosofo – si trova a domandarsi cos’è (e da dove viene) la coscienza.
Il tutto mentre deve gestire l’allontanamento della sua amata Samantha e il rapporto conflittuale con il fratello, che ha iniziato a vendere sensi di colpa alla gente creando scompiglio.
E poi ci sono loro: gli oggetti e le cose che ci circondano. Spettatori (tutt’altro che muti) di questo circo, sono anche loro esseri senzienti, che parlano e interagiscono tra loro e – a volte – con le persone.
Una trovata davvero originale e geniale, che dona alla vicenda un che di onirico, surreale, ma anche magico e comico.
Se da un lato gli oggetti rappresentano lo sguardo terzo imparziale sul caos morale su cui è caduta l’umanità e si trovano spesso a sottolineare l’assurdo comportamento delle persone, dall’altro sono protagonisti di siparietti indimenticabili.
Spesso ci è venuto in mente il grande Jacovitti, con le sue tavole dove i personaggi principali sono attorniati da una miriade di oggetti senzienti.
Splendido il cameo di “mamma pistola” che spiega ai “figli proiettili” cos’è la luna. Esilaranti le scene del cibo nel “condominio frigorifero” o il corteggiamento tra due pizze.
- Perché sì: un romanzo filosofico e surreale (quasi fiabesco) che, nonostante le tematiche che affronta, si legge in scioltezza e con estremo piacere.
- Perché no: se una strada parlante vi disorienta, lasciate perdere.