Amityville Horror del 1786

Ci troviamo a Lille (Francia) nel 1786, nella casa di Lady Pennyman, sita presso Place du Lion d’Or. L’edificio è splendido, peccato che si dica che vi sia morto un giovane e che ora il suo fantasma la infesti.

Questa in estrema sintesi la urban legend su cui Fabio Camilletti intesse la pregevole opera di ricostruzione dei fatti, portandoci attraverso le diverse “incarnazioni” con cui questa si è andata manifestando (passateci il gioco di parole) nei salotti ottocenteschi e nella narrativa di genere.

Il volume raccoglie con cura e precisione storica tutte le testimonianze (compresa quella di Elizabeth Pennyman), i resoconti e le novellizzazioni legate a questa vicenda, che l’autore stesso definisce una Amytiville Horror del 1786 (citando il celebre film il romanzo di  Jay Anson che lo ha ispirato).

Del resto, come osserva Camilletti nel bel saggio introduttivo, nel XIX secolo «le vecchie storie di fantasmi dei fogli volanti, prive di dati o di testimonianze autorevoli, cominciano a non bastare più, e si fa strada (specie in Inghilterra) l’idea di un approccio scientifico-critico ai fenomeni di apparizione, che finirà per monopolizzare il discorso relativo al soprannaturale a partire dalla metà del secolo».

Lo splendido lavoro filologico dell’autore ci riporta, quindi, a metà del diciannovesimo secolo a tentare di mettere insieme gli indizi e risolvere un vero e proprio giallo.

Ed è facile immergersi nell’atmosfera ottocentesca grazie anche alla splendida veste grafica dell’edizione. Davvero molto particolare.

• Perché leggerlo: Fabio Camilletti è un erudito che ti fa appassionare al genere. E poi scoprireste come Charles Dickens ha reinterpretato la storia in uno dei suoi racconti natalizi.
• Perché non leggerlo: no, non si tratta dell’ennesima raccolta di racconti sui fantasmi o su case infestate; se cercate questo tipo di libri, per fortuna il panorama è ricchissimo.