Racconti di demoni russi
A cura di: Andrea Tarabbia
Editore: Il Saggiatore
Data di Pubblicazione: aprile 2021
ISBN 9788842827832
Pagine: 480
Formato: rilegato / ebook
Il Saggiatore, nell’ambito di un gradito e ambizioso progetto di riproporre al pubblico gli autori classici, ci offre un’antologia di opere russe davvero fuori dal comune. “Racconti di demoni russi” non è infatti una semplice opera di collazione di narrativa breve a tema gotico o fantastico. Dobbiamo ammettere che il volume rappresenta vera e propria antologia nel senso etimologico e metaforico del termine.
Per chi non lo sapesse, l’espressione “antologia” trova la sua origine nei termini greci ánthos (fiore) e del tema di légō (raccogliere, scegliere). E in effetti con la raccolta edita da Il Saggiatore ci troviamo di fronte a ad una vera e propria selezione di “fiori letterari”. Racconti, brani, capitoli, componimenti colti da mani esperte negli sterminati giardini della letteratura russa formano un bouquet variopinto e variegato.
La selezione di opere assembla con grande perizia i versi lirici di Lermontov e una scena del “Faust” di Puškin con la prosa di autori come Gogol’, Bulgakov, Čechov, Dostoevskij, per poi chiudere con un’opera da camera composta Stravinskij. Ma la varietà dei brani scelti non risiede solo nella molteplicità degli autori o dei generi letterari che essi rappresentano.
L’antologia, infatti, fa ripercorrere al lettore quasi due secoli di letteratura russa sottoponendogli ogni sorta di manifestazioni demoniache, debitamente raccolte sotto due categorie.
Da un lato abbiamo i “demoni immaginari”, in cui sono presenti narrazioni da una forte connotazione esoterica e fantastica. Qui a farla da padrone sono i diavoli, i demoni e le altre forze oscure derivanti dal folclore e dalla tradizione.
Dall’altro troviamo i “demoni reali”. Qui l’aspetto sovrannaturale è (per così dire) sacrificato o comunque relegato in secondo piano. I demoni protagonisti di questa seconda categoria sono infatti, non creature immaginarie, bensì “ossessioni, storture dell’animo, violenza e follia”, che (ahimè) appartengono fin troppo al mondo reale.
Una menzione particolare merita il curatore dell’antologia. Si tratta di Andrea Tarabbia, scrittore e saggista. Oltre ad essere un profondo conoscitore della letteratura russa (segnaliamo la sua traduzione di “Diavoleide” di Michail Bulgakov per Voland) ha vinto il premio Campiello nel 2019 con lo splendido “Madrigale senza suono”.
- Perché sì: la raccolta, in un formato fresco e maneggevole, offre una ghiotta occasione per (ri)scoprire i classici della letteratura russa, guidati da una mano esperta per un percorso veramente originale.
- Perché no: il volume non è una raccolta filologicamente ordinata di leggende tratte dal folklore russo; se si è in cerca di qualcosa di questo tipo, conviene orientarsi su altre pubblicazioni specifiche.