L’anima pop degli anni’80, cronaca di un decennio magico.

di: Alessandro Girola e Alberica Sveva Simeone

Editore:  Odoya

Data di Pubblicazione: ottobre 2022

ISBN: 978-88-6288-830-1

Pagine: 497

Formato: brossura con alette 

 

Natale sta arrivando per direttissima e il popolo italico racchiude una grossa percentuale di gente che aspetta.

Cosa?

Ma è ovvio: che in televisione passino Una poltrona per due e a capodanno Frankenstein Junior. Perché chi ha vissuto gli anni ‘80 il Natale tale non è senza questi classiconi. Ma che significa? Significa che era tutto nuovo e fantastico. Anche l’ironia.

Se non vi riconoscete in questo quadro siete figli del Black Friday, statece. Se volete capire le emozioni di questo popolo con qualche capello bianco oppure siete proprio voi a essere impantanati nella nostalgia, questo libro è il vostro scrigno delle cose che furono.

Per ogni evento, occasione, periodo, fascia di età, la televisione degli ‘80 ha generato una storia, una trasmissione, una serie, una sigla, ha pubblicizzato un prodotto  che ha fatto da sfondo alla vita famigliare.

Venivamo da un educazione standard e la scienza e la narrativa si divertivano a scardinarla nel nome del capitalismo ma anche delle nuove scoperte. La TV risolveva problemi, consigliava, distraeva, consolava e intratteneva, faceva da babysitter e da educatore (noi bambini parlavamo come Memole e Lady Oscar, altro che emoticon, meme e abbreviazioni). I giocattoli erano ancora pericolosi: metallo, ferro, plastica non a norma, pezzi piccoli e fottute resistenze elettriche (forno Harbert portiamo i tuoi segni sui polpastrelli della nostra anima).

I nostri modelli comportamentali erano machi e arroganti, politicamente scorretti, maschilisti e socialmente tossici. Le donne dei film popolari erano spesso fragili fanciulle oppure ridotte a sistemi di sostentamento per ghiandole mammarie, in netto contrasto con le titaniche mamme che tenevano le briglie dei nostri clan in mano.

Gli horror erano roba nuova, giovane e immersa nel quotidiano che voleva scostarsi da tutto ciò che fosse Vecchio.

Nei cartoni giapponesi i bambini maleducati venivano presi a pizzoni, da Sampei a Il fantastico Mondo di Paul. Insomma, tutto quello che adesso non si può fare era tracotante normalità.

Perfino i paninari avevano un grosso peso sociale ed economico e non parliamo certo di venditori di sandwich.

Insomma era un po’ il Sottosopra di Stranger Things ma nella parte normale, quella di sopra.

Ci siamo divertiti come se non ci fosse stato un domani, siamo cresciuti pensando che da grandi saremmo diventati serenamente ricchi, cosa purtroppo poi avvenuta per pochi e tutta questa speranza verrà persa come lacrime nella pioggia.

Questa mini enciclopedia ovviamente non è completa, non potrebbe mai esserlo, ma è sicuramente un robusto punto di partenza per rievocare tendenze, abitudini e parametri sociali di un epoca che inizia ad essere finita da un bel pezzo e che sentiamo vicina come non mai.

Come si viveva senza smartphone e internet? Ormai è inimmaginabile. Le domande che evoca sono chiare.

Si chiamava un amichetto e rispondeva il padre e tu in quel momento eri il rappresentante delle relazioni della tua famiglia con l’esterno. “Buonasera, casa Rossi? Sono Gigetto, Gigino è in casa?”.

Nel frattempo uscivano vagonate di capolavori e pietre miliari del pop in cinema, radio e televisione. Roba che ha fatto scuola e ha lasciato un segno ancora adesso imprescindibile. Oggetti divenuti magici tesori, Gira la Moda, i Masters, Emiglio, I Quindici. Le serie della mattina con la febbre: A team, Hazzard, Supercar, ma anche casa Keaton, i Robinson e le televendite di Mondialcasa.

Le pubblicità che dichiaravano i parametri della felicità: tu sapevi cosa ti mancava per essere allineato al benessere proprio grazie a loro, ed era tutta roba che veniva dal futuro, quell’America che stava avanti dieci anni per giocattoli e tecnologia ma era sempre indietro di mille anni nel sociale e adesso, finalmente, li abbiamo quasi raggiunti.

Questo perché giravano un sacco di soldi in tutti i campi, al cinema si produceva roba sperimentale, si rischiava nel campo della produzione musicale, la gente veniva pagata, spesso strapagata, c’era l’Alitalia che con i suoi aerei dava spessore e nobiltà alle nostre possibilità perfino apparendo sullo sfondo dei film o brillando sulle nostre teste.

Avere due genitori che lavoravano significava avere due macchine (acquistate nuove), casa, parcheggio, corsi di Karate, vacanze di un mese al mare ad Agosto e tutti i week end in gita. Le feste erano sacre (anche la domenica) si faceva cultura giocando e convivendo con milioni di parenti per casa.

C’era il tempo perfino per studiare i regolamenti di DeD o per giocare a Risiko. Si aveva il tempo per vedere i film e gli orari erano umani, la serata iniziava alle 20.30 a mezzanotte di film ne avevi visti quasi due perché la durata media di quelli lunghi era di 120 minuti. Ma già con uno andavi a dormire in pace col mondo: i Goonies, Indiana Jones, Terminator, e su, su fino a Willow. Come fai a non avere la nostalgia? In realtà dovremmo tornarci da quelle parti.

Eravamo felici perché avevamo il tempo per fare e per essere.

Grazie Alessandro, grazie Sveva e che Dio vi benedica.

  • Perché sì: regalo di Natale perfetto
  • Perché no: garantisce fitte di dolore insopportabile a chi ha visto e conosciuto quelle emozioni.