Zetafobia ; Zetafobia 2 – La città morta

di Gualtiero Ferrari
Editore: Delos Digital
Collana: Odissea Fantascienza
Data di Pubblicazione: aprile 2018; giugno 2021
ISBN: 9788825405637; 9788825417005
Pagine: 315; 363
Formato: ebook

Una saga zombie splatterpunk che riunisce a Torino “The Walking dead” con “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”

Un sopravvissuto, la moglie, un figlio adolescente opportuno come l’herpes. Siamo in Italia, Daje!!!!

REWIND!

Domenico è un uomo qualunque con una vita ordinaria… a parte il fatto che è spesso vittima di allucinazioni che prendono forma di un leprecauno (per chi di voi non abbia mai bevuto una Guinness, il leprecauno è il folletto monello della tradizione irlandese).

Prima genialata!

 Nella prima parte romanzo, la storia – abbiamo assistito alla drammatica escalation di un’epidemia (mmhhh… epidemia…) sfociata in un’invasione di Zombie.

 Il tutto vissuto dal protagonista/uomo medio attraverso un climax di notiziari via via sempre più apocalittici.

Seconda genialata!

 Quando la tragedia raggiunge il suo culmine il primo libro si chiude…eh eh eh.

La splendida illustrazione di Fabio D’Isanto, ispirato dalla lettura

Nel secondo romanzo seguiamo i sopravvissuti al primo (non molti) che oltre a non crepare male devono pure gestire i croccanti traumi psicologici che questa ha comportato.

 L’idillio (si fa per dire) viene interrotto quando soccorrono una donna incinta che, dopo aver dato alla luce il piccolo, raccoglie in provetta il materiale biologico del cordone ombelicale in un tripudio granguignolesco e poi fa una cosa che la mamma del “Mulino Bianco” normalmente non farebbe.

 Da lì scatta l’ennesima missione impossibile (oltre a sopravvivere, fare sopravvivere gli altri, gestire il figlio opportuno come l’herpes etc…).

 Lode particolare alla narrazione in prima persona che scalfisce la “quarta parete” strizzando l’occhio al lettore, senza mai rivolgerglisi esplicitamente.

 Anche le situazioni più drammatiche sono descritte riflessione e ironia in una parola: ritmo.

 La nostra frase preferita: “Avrei ucciso per una napoletana cotta in un forno a legna”.

 Terza Genialata!

 

  • Perché leggerlo: una scrittura che cesella l’orrore con maestria, una saga italiana che non ha nulla da invidiare a quelle di oltreoceano, anzi ci fa sentire finalmente a casa. Gli zombie ci piacciono perché sono trasparenti: lenti, cretini, ma vegetariani no.
  • Perché non leggerlo: chi proprio non ce la fa a immaginare gli Zombie se non in mezzo ai grattacieli e alle avenue, difficilmente digerirà i morti viventi che si aggirano tra Corso Belgio e Piazza Vittorio o che assediano Decathlon.